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Covid, la vitamina D previene l’infezione? Cosa dicono gli esperti

La vitamina d è davvero in grado di prevenire o trattare il Covid-19? Ecco cosa dicono gli esperti

Il focus della ricerca riguarda in realtà l’aiuto che fornisce la vitamina al sistema immunitario e la possibilità di scongiurare, in alcuni casi, malattie respiratorie. La prevenzione patologie croniche legate alla carenza di vitamina D, inoltre, può evitare complicazioni ulteriori in caso d’infezione. Ma vediamo cosa dicono gli esperti.
Vitamina D utile contro il coronavirus?
Al momento esistono più di 300 studi che illustrano un possibile legame tra la Covid-19 e la vitamina D, i quali evidenziano una carenza di questa sostanza (ipovitaminosi D) nei pazienti che hanno manifestato forme gravi dell’infezione causata dal Sars-CoV-2 e in quelli deceduti.

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Il professor Giancarlo Isaia, docente di Geriatria e presidente dell’Accademia di Medicina di Torino, e il professor Enzo Medico, ordinario di Istologia all’Università di Torino, hanno pubblicato uno studio dal titolo “Possibile ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella gestione della pandemia da COVID-19”. All’interno del documento è stato messo in evidenza un possibile legame tra l’ipovitaminosi D riscontrata nella popolazione italiana e le complicanze dell’infezione da coronavirus. I loro risultati trovano conferma anche in numerosi altri studi tra cui quello condotto da Anshul Jain, del dipartimento di Anestesiologia del M.L.B Medical College, in India, che ha coinvolto 154 pazienti, nel quale è stato evidenziato che il 31,86% delle persone asintomatiche e il 96,82% dei ricoverati in terapia intensiva mostravano livelli bassi di vitamina D. Sebbene non esistano ancora degli studi clinici controllati diversi scienziati dunque sostengono che questa sostanza possa ridurre la possibilità di sviluppare forme gravi di infezione e addirittura prevenirla, tanto che il Regno Unito, che ha già dato il via alle vaccinazioni, ha deciso di distribuire gratuitamente la vitamina D a più di due milioni di cittadini, in forma preventiva.

Come combattere la carenza di vitamina D

Nel documento dell’Università di Torino si evidenzia come l’Italia sia uno dei Paesi europei, insieme a Spagna e Grecia, in cui si registrano i maggiori casi di ipovitaminosi D. Nei Paesi nordici l’incidenza sembrerebbe minore per “l’antica consuetudine di addizionare cibi di largo consumo – latte, formaggio, yogurt – con vitamina D”.
Come si può rimediare a una carenza? Il consiglio è quello di esporsi il più possibile alla luce solare. Per questo periodo di misure restrittive andranno bene anche balconi e terrazze. In aggiunta vanno consumati cibi ricchi di vitamina D come lo sgombro, il tonno, il salmone, i formaggi grassi, il burro, il tuorlo d’uovo, i funghi e la carne di fegato. In alcuni casi, espressamente sotto controllo medico, si possono anche assumere farmaci specifici.
Va ricordato che non si tratta di una misura preventiva comprovata ma solamente di un’ipotesi ancora al vaglio degli esperti. Come tale va presa con le pinze, anche perché un eccesso di vitamina D può causare calcificazioni diffuse negli organi, fino ad arrivare a contrazioni e spasmi muscolari, vomito e diarrea..

Da ricordare

Ecco 5 sintomi che potrebbero far pensare a una carenza di vitamina D:

Stanchezza Se ci si sente spesso stanchi, deboli e depressi è probabile che si abbia una carenza di vitamina D. La serotonina, l’ormone associato al buon umore, aumenta con l’esposizione alla luce e regredisce quando l’esposizione al sole diminuisce. Tra i sintomi di scarsa vitamina D c’è anche una tendenza all’irritabilità nervosa. Peso corporeo elevato Una persona in sovrappeso o obesa ha una maggiore necessità di vitamina D rispetto al fabbisogno di un normopeso, pertanto in caso di peso elevato le probabilità di carenza sono maggiori. Dolori articolari e ossa fragili Il ruolo principale della vitamina D è quello di assicurare l’assorbimento intestinale di calcio e fosfato, che svolgono un ruolo chiave per la salute di articolazioni, muscoli, denti e ossa, prevenendo l’osteoporosi. Le persone con bassi livelli di vitamina D possono presentare quindi dolori articolari e un rischio superiore di osteoporosi e quindi di fratture da fragilità Problemi intestinali Il deficit di vitamina D è molto probabile nelle persone con patologie intestinali che danneggiano l’assorbimento dei grassi. Questo perché la vitamina D è liposolubile e viene dunque assorbita attraverso i grassi. Sudore alla testa e alle mani Solitamente si inizia a sudare quando la temperatura corporea sale al di sopra di una certa soglia. Il più delle volte si tratta di una reazione normale. Tuttavia, un’eccessiva sudorazione può anche indicare una carenza di vitamina D, soprattutto se a sudare sono principalmente la testa e le mani.