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L’olio di iperico: l’erba che scaccia i diavoli

L’iperico, anche noto come Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum), è una pianta officinale molto particolare: prendendo una foglia e mettendola controluce, appare come forata. In realtà, quelli che sembrano minuscoli forellini sono delle vescicole traslucide contenenti un olio essenziale, l’iperforina. Osservando le foglioline ellittiche e rigate si notano anche dei puntini di colore scuro ai bordi, che contengono l’altro olio di colore rosso vivo: l’ipericina. Gli stessi puntini si vedono anche sui petali del fiore.
L’Iperico è detto “erba o fiore di San Giovanni” perché, sfregando i petali, le dita si macchiano di rosso: il “sangue del santo” o, se preferite, il principio attivo della pianta.

Una pianta che protegge

Portare l’iperico all’occhiello come amuleto nella notte della festa del Santo, il 24 giugno, si pensava che proteggesse dalle streghe. Raccogliere e portarne con sé un mazzetto allontanava gli spiriti maligni: viene chiamato per questo motivo anche “erba scacciadiavoli” e “fuga demoni”.
I demoni erano sia quelli della Notte delle Streghe tra il 23 e il 24 giugno, sia quelli che i gli ipocondriaci avevano in corpo.
La pianta, che da recenti studi ha confermato avere spiccata azione antidepressiva, pari a quella dei farmaci di sintesi, veniva ampiamente impiegata in Medioevo a questo scopo e caricata, inoltre, di tutta una serie di significati e simbologie mistiche.
L’iperico è un arbusto con fusto eretto, di altezza compresa fra i 20 e gli 80 cm, che cresce sui colli aridi e nei pascoli ben esposti al sole.
Il fiore è di un bel giallo dorato con 5 petali e fiorisce in piena estate.
Per tradizione (o forse per ingraziarsi il Santo e proteggersi dalle streghe…) i fiori andrebbero colti a mezzogiorno del giorno di S. Giovanni durante il solstizio d’estate. La data dovrebbe corrispondere al periodo balsamico della pianta, ovvero al momento in cui è più ricca di principi attivi, ma in realtà è importante che venga colta nel momento più caldo e luminoso di una giornata soleggiata.

L’Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum)

Preparazione dell’olio di Iperico

Per preparare l’olio di iperico i fiori vanno infusi nell’olio extravergine d’oliva per un periodo che va da un minimo di quindici giorni a 2 mesi, a seconda di quanta luce prende.
Il procedimento è semplicissimo: basta riempire un vasetto di vetro capiente (500 ml circa) con olio di oliva fino a metà, perché il preparato “deve respirare”, e immergervi un bel mazzetto di fiori di iperico. A questo punto abbandonatelo, giorno e notte, sul balcone in posizione soleggiata. Secondo la leggenda l’iperico si carica sia della luce solare, sia di quella lunare e forse c’è un fondo di verità. Infatti, i principi attivi della pianta sono realmente fotosensibili. Quando passate vicino al vasetto, ricordatevi di agitarlo ogni tanto. Un volta che l’olio diventa di un bel rosso rubino è pronto: il sangue del santo dall’odore viroso simile a quello dell’incenso sarà capace di cacciare tutti i diavoli!

di Elena Guida Robusti

Da ricordare

Filtrate il composto e conservatelo ben chiuso al riparo dalla luce. L’unguento così ottenuto ha un’azione formidabile come cicatrizzante, in particolare sulle scottature solari e sulle ustioni da calore; inoltre, aiuta a far guarire ferite e cicatrici grazie alla sua azione antibatterica e riepitelizzante. È un ottimo doposole che lenisce pruriti e ulcerazioni. È anche un eccellente olio per massaggi in caso di dolori reumatici e nevralgici, grazie alla sua azione antinfiammatoria e miorilassante. Ricordatevi, però, di non esporvi al sole diretto dopo l’applicazione dell’olio, perché i principi attivi sono sensibili alla luce e potreste rimanere macchiati.